Troppo caldo, il surriscaldamento globale taglia l’idroelettrico e rallenta il nucleare- Corriere.it

2023-03-01 10:59:47 By : Ms. Gloria Ji

Acqua, forza cinetica, turbine e alternatore. Ecco il mix perfetto per la produzione di energia idroelettrica. Pulita e sostenibile. Certo. Ma quando si è completamente dentro alla quarta ondata di calore come quella che stiamo vivendo in questi giorni, con temperature da 40 gradi costanti e siccità che non dà scampo — dal Mediterraneo al Nord Europa —, anche la potenza dell’acqua nel magico meccanismo energetico può venir meno. Lo dicono i dati: nel secondo trimestre di quest’anno, la produzione di energia idroelettrica ha fatto registrare un meno 38 % rispetto agli ultimi cinque anni. E se nel Belpaese la crisi climatica si può definire ormai anche una crisi energetica, non è che Oltralpe le cose vadano tanto meglio.

La Francia potrebbe dover spegnere alcuni reattori nucleari: l’acqua dei fiumi è troppo calda per raffreddare i nuclei degli impianti. E il report di “Falck Renewables Next Solutions” evidenzia l’impatto del “Climate change” sull’energia: meno 38 % di produzione idroelettrica, e più 20 % di fotovoltaica

In Francia, in queste ore, l’acqua dei fiumi, dalle temperature troppo elevate, è diventata il fattore critico della produzione di energia nucleare: Edf, il colosso francese dell’energia, potrebbe infatti trovarsi costretto a ridurre la produzione di energia dalle sue centrali nucleari e addirittura fermare un reattore atomico della centrale di Tricastin, nel dipartimento della Drome, nel Sud-Est della Francia. «A causa delle previste temperature elevate nel fiume Rodano, potrebbero verificarsi restrizioni di produzione, nel sito di Tricastin, a partire dal prossimo 6 agosto», fa sapere in un comunicato Edf . Senza escludere l’interruzione della produzione in uno dei quattro reattori da 900 Megawatt, il cui sistema di raffreddamento è legato proprio alle acque del Rodano . Una scelta che naturalmente potrebbe portare ad un ulteriore innalzamento del prezzo dell’energia, già fortemente condizionato dalla guerra in Ucraina.

Non è dunque soltanto il conflitto iniziato con l’invasione russa del 24 febbraio a condizionare l’andamento dei prezzi dell’energia. Anche il cambiamento climatico potrebbe mettere in ginocchio — con l’aggravio dei costi — gli utenti finali. Secondo il recente report di “Falck Renewables Next Solutions” , compagnia di servizi che opera a fianco di produttori e consumatori di energia, il Pun (Prezzo di riferimento dell’energia elettrica rilevato sulla borsa elettrica italiana) nel mese di giugno è tornato a correre, con un prezzo medio di 271,31 euro per Megawattora, e con punte di 368 euro . Inoltre, come ricordavamo, la peggiore siccità degli ultimi 70 anni in Europa ha condizionato l’apporto della produzione di energia idroelettrica tra maggio e giugno scorsi . Una incognita che pesa in maniera determinante sui piani di Transizione ecologica europea: anche se le rinnovali compensano in parte con l’aumento della produzione di energia fotovoltaica, il taglio dell’idroelettrico fa temere un bilancio negativo.

Crisi climatica e fonti energetiche

Nemmeno la contestata scelta dell’Unione Europea di dichiarare green le fonti energetiche da gas e plutonio sembra potrà controbilanciare la contrazione di energie rinnovabili. Tanto più se i reattori vanno in crisi per carenza di acque di raffreddamento . Ma ciò che fa maggiormente riflettere nel report di “Falck Renewables Next Solutions” è che la crisi climatica sta letteralmente condizionando l’insieme delle fonti energetiche utilizzate per la produzione di energia elettrica in un determinato periodo di tempo . Ma vediamo i dati: nello stesso secondo trimestre di quest’anno, laddove la produzione di energia idroelettrica ha fatto registrare 2.100 Gigawatt in meno (rispetto agli ultimi cinque ann), per quanto riguarda la produzione di energia fotovoltaica la differenza tra domanda energetica e produzione di rinnovabili ha fatto registrare 2000 Gigawattora e un più 20 % di forniture rispetto allo stesso periodo di riferimento.

L’importanza delle rinnovabili

Dati alla mano, il commento di Francesco Benvenuto, Head of energy management di “Falck Renewables Next Solutions”, è quasi scontato: «Il report del secondo trimestre mette nuovamente in evidenza quanto sia determinante continuare a investire nelle energie rinnovabili. Ora, uno dei nostri obiettivi primari è rendere gli asset rinnovabili sempre più competitivi». Gli fa eco Luca Prosdocimi, Head of Trading di Falck Renewables Next Solutions, ricordando quanto «siamo tutti consapevoli della centralità delle energie rinnovabili nello sviluppo di una società più sostenibile e nel contrasto al cambiamento climatico : ma ciò che emerge con chiarezza dal nostro report è come questo rapporto sia biunivoco, ossia quanto il cambiamento climatico possa a sua volta modificare il nostro modo di produrre energia ».

di Milena Gabanelli e Massimo Sideri